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San Charbel
SAN CHARBEL VISITA
CHIARAVALLE CENTRALE (CZ)
Quando i destini di più devoti si incrociano, non se ne comprende immediatamente il motivo, salvo poi accorgersi, guardandosi indietro, che tutto era stato predisposto dal Signore con una perfezione di incastri che lasciano stupiti chi li vive.
San Charbel viveva in Calabria da tanti anni, conosciuto nei cuori dei devoti, ma non se ne scorgeva la presenza nelle chiese. Era come se ci fosse un tacito accordo di silenzi, in attesa che venisse “riscoperto” nel momento giusto, nel suo tempo, quello predisposto da Dio sin dall’eternità. E’ così che inizia la storia di Chiaravalle. Un quadro viene donato nella Parrocchia Foresta dedicata a Santa Maria della Pietra il 31 Ottobre 2011. Curiosità, bisbigli, gioie e timori per un Santo così lontano eppure così vicino che si fa lentamente spazio nei cuori dei fedeli.
A novembre l’annuncio della discesa dei Padri Libanesi fa scintillare gli occhi di tanti, fa sorprendere i più scettici, lascia incuriositi i più indifferenti. E così nascono gli incastri fra devoti che, pur non conoscendosi, si incontrano, si conoscono, si confrontano e l’avventura parte. Chi dal mare, chi dai monti, le vie del Signore prima disperse si ritrovano, parlano, a volte discutono, ma collaborano e sperano. Tutti certi che qualcosa di meraviglioso stia per accadere, un evento che avrebbe stravolto i cuori ed offuscate le menti.
E Charbel arriva: il 29 giugno 2012. Accompagnato dai suoi sacerdoti, varca la soglia di Chiaravalle Centrale, un piccolo paese fra le colline, con la sua storia, il suo passato fiorente, il suo presente difficile. E la gente giunge a visitarlo, partecipa alla messa solenne con uno spirito diverso. Vecchie acredini si riappianano, cuori induriti si commuovono, i curiosi si ritrovano segnati da un evento che avevano distrattamente letto fra le righe dei giornali o di internet.
Ed il miracolo si compie. La messa fa rabbrividire gli astanti, le reliquie del Santo sull’altare sono accompagnate dal coro del Convento, giunto per offrire il proprio contributo, mentre l’Eucarestia entra nel cuore dei tanti in maniera diversa dal solito quotidiano. Fra i canti e la messa in rito antiocheno, i fedeli rimangono nella chiesa come trattenuti da un benessere e da una sensazione diversa. Offrono il capo per ricevere la benedizione con le reliquie del Santo, che accarezza ogni singolo di quella folla per coglierne i dolori e le gioie, le speranza e le disillusioni. Tornando a casa, ognuno ha il viso attonito o entusiasta o commosso, ma l’unica parola che si ode in quella chiesa è “grazie…grazie...grazie…”.
Il giorno seguente, il 30 Giugno, eccoli di nuovo presenti per ascoltare la vita del Santo, per comprendere quel mistero che Dio opera nei suoi prescelti, un racconto lungo e complesso, sorprendente e non privo di colpi di scena. E San Charbel rientra nei cuori, raccontandosi ad ognuno in maniera differente, mentre l’emozione di Padre Elias, Padre Marun, Padre Fadi e Padre Antoin si fa sentire quando si è vicini al commiato. “Abbiamo ricevuto più di quello che abbiamo dato”, dirà Padre Elias in un’intervista ad una tv locale.
In verità la comunità di Chiaravalle Centrale ha ricevuto molto di più, quel di più che si nasconde dentro il cuore, per osservarlo ed ascoltarlo nei momenti più preziosi, quando ritirato in se stesso l’uomo ritrova la parte più intima di sé. Un altro incastro si compie: le Reliquie vengono donate alla Comunità di Chiaravalle Centrale, affinchè diventino un ponte tra il Libano e la Calabria, tra i Padri e Don Enzo, tra San Charbel e la sua nuova comunità.
E tutto sembra finito, quando invece è solo iniziato...
Letizia
Sulle fotografie: alcuni momenti dell'evento con i Padri libanesi e il parroco don Enzo.